Pagina 560 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
Dio santo che odia il peccato. Ovunque ci si abbandona all’iniquità,
giunge rapido e sicuro il giudizio divino.
I filistei, trionfanti, trasportarono l’arca ad Asdod, una delle cin-
que città principali, e la posero nella casa del loro dio Dagon im-
maginando che il potere che precedentemente aveva accompagnato
l’arca fosse a loro disposizione, e che unito a quello di Dagon, li
avrebbe resi invincibili. Il giorno dopo, entrando nel tempio, videro
uno spettacolo che li gettò nella costernazione. Dagon era caduto
con la faccia a terra davanti all’arca dell’Eterno.
I sacerdoti allora sollevarono con timore l’idolo e lo rimisero
al suo posto. Ma l’indomani lo trovarono stranamente mutilato e
disteso a terra davanti all’arca. La parte superiore di questo idolo,
che aveva sembianze umane, si era infranta, mentre la parte inferiore,
che aveva l’aspetto di un pesce, era rimasta inalterata. I sacerdoti e
il popolo, spaventati, interpretarono questo evento misterioso come
un presagio della fine di loro stessi e dei loro idoli per opera del Dio
degli ebrei. Allontanarono quindi l’arca dal loro tempio, mettendola
in un edificio isolato.
Gli abitanti di Asdod, dove l’arca era stata sistemata, furono
colpiti da una piaga mortale e dolorosa che ricordava quelle con cui
il Dio d’Israele aveva colpito l’Egitto. I filistei, allora, attribuirono il
flagello alla presenza dell’arca, che fu trasportata a Gath; ma la piaga
la seguì, e gli uomini di quella città portarono l’arca a Ekron, dove la
gente quando la vide, gridò terrorizzata: “... Hanno trasportato l’arca
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dell’Iddio d’Israele da noi, per far morire noi e il nostro popolo”
(
1Samuele 4:10
). Allora invocarono, come aveva già fatto la gente di
Gath e Asdod, la protezione dei loro dèi, ma la piaga distruttrice non
si fermava e “le grida della città salivano sino al cielo” (cfr.
1Samuele
4:12
). Non volendo più lasciare l’arca presso i centri abitati, i filistei
la posero all’aperto, in un campo. Ma di là si sviluppò un’epidemia
diffusa dai topi che infestò il paese, rovinando il raccolto sia nei
magazzini sia nei campi. La malattia e la carestia minacciavano di
distruggere la nazione.
Durante i sette mesi in cui l’arca rimase tra i filistei, gli israeliti
non fecero nulla per recuperarla; furono proprio i filistei che con
lo stesso desiderio con cui si erano impossessati dell’arca, vollero
disfarsene. Invece di rappresentare una forza in loro favore, l’arca si
era dimostrata una grave maledizione. Non sapendo come compor-