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Patriarchi e profeti
tanta saggezza e successo come sotto l’amministrazione di Samuele.
Divinamente investito del triplice compito di giudice, profeta e sa-
cerdote, egli aveva lavorato con saggezza e con zelo instancabile e
disinteressato per il bene del suo popolo che ora prosperava. L’ordine
era stato ristabilito, la religiosità promossa e lo spirito di malcon-
tento tenuto temporaneamente sotto controllo. Ma con il trascorrere
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degli anni il profeta, essendo costretto a condividere con altri le
preoccupazioni della guida del paese, nominò come assistenti i suoi
due figli. Così, mentre Samuele continuava a svolgere il suo compito
a Rama, i giovani si trovavano a Beer-Sceba per amministrare la
giustizia fra il popolo presso il confine meridionale del paese.
Samuele aveva affidato quel compito ai figli con la piena ap-
provazione della nazione, ma essi non si dimostrarono degni della
scelta compiuta dal padre. Il Signore, attraverso Mosè, aveva dato
direttive particolari secondo cui i capi d’Israele dovevano giudicare
con giustizia, trattare con equità le vedove e gli orfani e non ricevere
doni. Ma i figli di Samuele “si lasciavano sviare dalla cupidigia,
accettavano regali e pervertivano la giustizia” (
1Samuele 8:3
). I figli
del profeta non avevano preso in considerazione i precetti che il pa-
dre aveva cercato di imprimere nelle loro menti, non avevano imitato
la sua vita pura e altruistica. Samuele, dimenticando gli avvertimenti
ricevuti da Eli, si era dimostrato troppo indulgente con i suoi figli e
questa debolezza non tardò a manifestarsi nella loro condotta.
La parzialità di questi giudici provocò molto malcontento e
servì al popolo come pretesto per chiedere un cambiamento da
tanto tempo segretamente desiderato. “Tutti gli anziani d’Israele
si radunarono, vennero da Samuele a Rama, e gli dissero: Ecco, tu
sei ormai vecchio, e i tuoi figliuoli non seguono le tue orme; or
dunque stabilisci su di noi un re che ci amministri la giustizia, come
l’hanno tutte le nazioni” (
1Samuele 8:4, 5
). Non era Samuele a essere
accusato di compiere delle ingiustizie fra il popolo: se gli fossero
state riferite le parzialità compiute dai figli, egli le avrebbe potute
rimuovere senza indugi, ma non era questo ciò che i rappresentanti
del popolo desideravano. Samuele capì che erano motivati da spirito
di contestazione e orgoglio e che la loro richiesta aveva uno scopo
preciso che essi erano decisi a realizzare. A Samuele non era stato
mosso nessun rimprovero tutti riconoscevano l’onestà e la saggezza
con cui aveva governato, ma il vecchio profeta considerò la richiesta