Il primo re d’Israele
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essere diversi dagli altri popoli costituiva una benedizione e un pri-
vilegio singolari. Dio li aveva separati dagli altri popoli per fare di
loro il suo tesoro particolare; ma essi, disprezzarono questo grande
onore, perché desideravano ardentemente imitare i pagani. Anche
oggi, fra la gente che si professa di appartenere a Dio c’è chi desi-
dera conformarsi agli usi e ai costumi mondani. Allontanandosi dal
Signore, sorge in costoro il desiderio di guadagni e onori terreni.
I cristiani cercano costantemente di imitare chi adora il dio di
questo mondo; molti di loro insistono nel sostenere che conformarsi
ai costumi dei non credenti e vivere insieme a loro permette di avere
un maggiore ascendente. Ma chiunque persegue questa condotta
si separa dalla fonte di ogni forza e, intrecciando legami di ami-
cizia con il mondo, diventa nemico di Dio. Per amore di qualche
riconoscimento terreno sacrifica l’onore ineffabile a cui Dio lo ha
destinato, cioè l’“annunciare le virtù di colui che ci ha chiamati dalle
tenebre alla sua meravigliosa luce” (
1Pietro 2:9
).
Dopo che Samuele ebbe ascoltato le parole del popolo con pro-
fonda tristezza, il Signore gli disse: “Da’ ascolto alla loro voce, e
stabilisci su di loro un re” (
1Samuele 8:22
). Il profeta aveva fatto il
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suo dovere. Si era dimostrato fedele nel presentare gli avvertimenti
che erano stati respinti. Poi, con grande tristezza, congedò il popolo
e si allontanò per preparare quel cambiamento radicale del governo.
La vita pura, pia e disinteressata di Samuele costituiva una pe-
renne condanna sia per tutti i sacerdoti e gli anziani egoisti sia per la
folla sensuale e orgogliosa. Pur essendo privo di pompa e di ogni
forma di ostentazione, il suo mandato era approvato dal cielo, ono-
rato dal Redentore del mondo sotto la cui guida egli governava la
nazione ebraica. Ma il popolo, stanco della sua religiosità e dedizio-
ne, lo disprezzava per la sua umiltà, preferendo a lui un uomo che li
avrebbe governati come re.
Il carattere di Samuele è un’immagine di Gesù, che con la sua
purezza provoca l’ira di Satana, illumina il mondo, rivela la depra-
vazione nascosta nel cuore dell’uomo e attira su di sé le passioni più
feroci di coloro che con ipocrisia si professano credenti. Il Cristo
non si manifestò con ricchezze e onori terreni, tuttavia le opere che
compì dimostrarono che possedeva una potenza maggiore di qual-
siasi principe terreno. Gli ebrei volevano il Messia per liberarsi dal
giogo dell’oppressore, pur accarezzando i peccati che erano la causa