Pagina 585 - Patriarchi e profeti (1998)

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Il primo re d’Israele
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gli fece comprendere meglio ciò che richiedeva da lui.
Per rendere nota a tutti l’unzione di Saul come re d’Israele,
Samuele, ubbidendo alla volontà di Dio, convocò il popolo a Mitspa.
Là, dopo aver chiesto in preghiera la guida divina, seguì la solenne
cerimonia della scelta del nuovo sovrano attraverso la sorte durante
la quale il popolo attese in silenzio. Venne così scelta prima la
tribù, poi il casato, la famiglia e infine Saul, il figlio di Kis. Ma
proprio Saul, colui che era stato eletto re, non era presente. Oppresso
dal senso della grave responsabilità che stava per gravare sulle sue
spalle, si era allontanato segretamente. Quando fu chiamato, la folla
lo osservò con orgoglio e soddisfazione perché aveva un portamento
regale e lineamenti nobili “ed era più alto di tutta la gente dalle
spalle in su” (
1Samuele 10:23
). Perfino Samuele, al momento della
presentazione di Saul all’assemblea esclamò: “Vedete colui che
l’Eterno si è scelto? Non v’è alcuno in tutto il popolo che sia pari a
lui?”. In risposta, dalla folla si alzò un lungo e forte grido di gioia:
“Viva il re!” (
1Samuele 10:24
).
Samuele allora presentò al popolo “la legge del regno”, stabilen-
do i princìpi su cui si fondava la monarchia e il modo in cui essa
doveva essere controllata. Il re non era un sovrano assoluto, il suo
potere doveva essere sottomesso a quello dell’Altissimo. Queste in-
dicazioni dovevano essere scritte in un libro insieme ai privilegi dei
prìncipi e ai diritti e ai vantaggi del popolo. Per quanto il popolo non
avesse ascoltato gli avvertimenti di Samuele, il profeta, pur essendo
costretto a cedere ai desideri degli israeliti, cercava con fedeltà, di
salvaguardare la libertà del popolo stesso. In realtà non tutti gli israe-
liti erano pronti a riconoscere Saul come re; molti si opponevano
considerando con disprezzo la tribù di Beniamino, la più piccola
delle tribù d’Israele, e pensando che sia Giuda sia Efraim, le tribù
più numerose e potenti, non erano state prese in considerazione,
rifiutarono di sottomettersi al re e, secondo la tradizione del tempo,
di offrirgli dei doni. Coloro che avevano insistito di più per avere un
re furono proprio quelli che rifiutarono di accettare con gratitudine
l’uomo che Dio aveva nominato. Ogni fazione aveva eletto un pro-
prio favorito che desiderava porre sul trono, e vi erano anche diversi
anziani che rivendicavano questo diritto per loro. Erano molti a es-
sere animati da invidia e gelosia; l’orgoglio e l’ambizione avevano
prodotto delusione e scontentezza.