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Patriarchi e profeti
Saul non se la sentiva di diventare re in questa situazione e lasciò
che Samuele continuasse a governare in Israele, ritirandosi a Ghibea.
Pur essendo scortato con onore da un gruppo che, consapevole del
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fatto che Saul era stato scelto per intervento divino, era deciso a
sostenerlo, egli non fece nessun tentativo per ottenere con la forza il
diritto al trono e giunto nella sua terra, sulle alture di Beniamino, si
occupò tranquillamente dei suoi umili doveri, lasciando che la sua
autorità venisse sancita solo da Dio.
Poco dopo l’elezione di Saul gli ammoniti, guidati dal re Nahas,
invasero il territorio delle tribù a oriente del Giordano minacciando
la città di Jabes di Galaad, i cui abitanti cercarono di ristabilire la
pace offrendosi di diventare vassalli. Ma il re nemico dimostrò la
sua crudeltà acconsentendo, solo a patto di cavare a tutti gli abitanti
l’occhio destro come segno perpetuo della sua autorità.
La gente della città assediata chiese sette giorni per riflettere,
ottenendo il permesso degli ammoniti che pensavano di rendere così
più eclatante il loro atteso trionfo. Dei messaggeri lasciarono subito
Jabes per chiedere aiuto alle tribù che si trovavano dall’altra parte
del Giordano. Portarono la notizia a Ghibea, e il panico si diffuse.
Saul, tornando la sera con i buoi dal lavoro nei campi, udì le grida di
lamento che annunciavano una grave calamità e disse: “Che ha egli il
popolo, che piange?” (
1Samuele 11:5
). E quando sentì quella storia
infamante tutte le sue facoltà sopite si ridestarono. “Lo Spirito di Dio
investì Saul... e prese un paio di buoi, li tagliò a pezzi, che mandò,
per mano dei messi, per tutto il territorio d’Israele, dicendo: Così
saranno trattati i buoi di chi non seguirà Saul e Samuele” (
1Samuele
11:7
).
Nella pianura di Bezek trecentotrentamila uomini si erano raccol-
ti per ubbidire agli ordini di Saul. Immediatamente vennero inviati
nella città assediata dei messaggeri per rassicurare gli israeliti mi-
nacciati che gli aiuti sarebbero arrivati proprio la mattina del giorno
in cui dovevano sottomettersi agli ammoniti.
Saul, con una rapida marcia notturna, attraversò con il suo eser-
cito il Giordano e arrivò a Jabes alla “vigilia del mattino”. Divise,
come aveva fatto Gedeone, le forze in tre gruppi e piombò sull’ac-
campamento degli ammoniti nelle prime ore della mattina quando
essi, non sospettando il pericolo, non erano preparati. Il panico del
nemico facilitò la disfatta che si concluse con una carneficina, e