La presunzione di Saul
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giunse Saul e il suo esercito a Ghilgal, il pensiero di dover affrontare
una forza così consistente li sgomentava. Non erano preparati per
affrontare il nemico, e molti erano così terrorizzati che non osavano
neanche pensare di poter affrontare uno scontro simile. Allora alcuni
attraversarono il Giordano mentre altri si nascosero in caverne e
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voragini tra le rocce che abbondavano in quella regione. A mano a
mano che si avvicinava il momento dello scontro il numero delle de-
fezioni aumentava rapidamente, e coloro che rimasero nell’esercito
erano spaventati da tristi presentimenti.
Quando Saul era stato consacrato re d’Israele, aveva ricevuto
da Samuele direttive esplicite circa la condotta da tenere in queste
circostanze: “Poi scenderai prima di me a Ghilgal” aveva detto il
profeta “ed ecco io scenderò verso te per offrire olocausti e sacrifizi
di azioni di grazie. Tu aspetterai sette giorni, finch’io giunga da te e
ti faccia sapere quello che devi fare” (
1Samuele 10:8
).
Saul attese giorno dopo giorno, pensieroso, ma non fece grandi
sforzi per incoraggiare il popolo e infondergli fiducia in Dio. Prima
che terminasse il tempo indicato dal profeta Saul si spazientì per
l’attesa e in quel momento difficile si abbandonò allo scoraggia-
mento. Invece di cercare di preparare il popolo per il sacrificio che
Samuele stava per officiare, si abbandonò allo scetticismo e a tristi
presentimenti. La ricerca di Dio, attraverso il sacrificio, era un’opera
estremamente solenne e importante: Dio richiedeva che il suo popolo
facesse un profondo esame di coscienza e si pentisse dei propri pec-
cati, affinché l’offerta potesse essere accettata e la sua benedizione
lo sostenesse nella battaglia. Il popolo, invece di confidare nell’aiuto
divino, si rivolse al re che aveva scelto per guidarlo e dirigerlo, un re
che stava diventando sempre più inquieto.
Tuttavia il Signore si preoccupava degli israeliti, e non li abban-
donò al disastro a cui sarebbero andati incontro con le loro deboli
armi. Li espose al pericolo affinché potessero comprendere quanto
fosse folle dipendere da un uomo, e quanto fosse necessario invo-
carlo perché era il loro unico Dio. Per Saul era giunto il tempo di
dimostrare quanto valeva: decidendo di dipendere da Dio, avrebbe
atteso con pazienza i suoi ordini, e si sarebbe rivelato come colui di
cui il Signore poteva avere fiducia nei momenti difficili per guidare
il suo popolo. Oppure, vacillando, si sarebbe dimostrato indegno
della sacra responsabilità a lui affidata. Il re che Israele aveva scelto