La presunzione di Saul
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ad essere principe del suo popolo... Poi Samuele si levò e sali da
Ghilgal a Ghibea di Beniamino...” (
1Samuele 13:13-15
).
Cessare di essere il popolo di Dio o sottoporsi alla potenza divina
attraverso le forme di governo monarchico, questa era l’alternativa
che si imponeva al popolo ebraico. Se Israele si fosse consacrato
completamente al Signore, se la volontà umana fosse stata subor-
dinata a quella divina, Dio sarebbe rimasto il Sovrano d’Israele.
Allo stesso modo, per tutto il tempo in cui il re e il popolo fossero
rimasti sottomessi a Dio, Egli sarebbe stato il loro Difensore. Ma in
Israele non poteva svilupparsi nessuna forma di monarchia che non
riconoscesse completamente l’assoluta e suprema autorità di Dio.
Se Saul in quel momento difficile avesse dimostrato di rispettare
gli ordini di Dio, l’Eterno avrebbe manifestato la sua volontà attra-
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verso di lui. Questo fallimento lo rese inadatto a rappresentare Dio
presso il popolo. Avrebbe guidato male una nazione ormai orientata
dalla sua volontà piuttosto che da quella del Signore; e il regno, se
fosse stato fedele, sarebbe rimasto sotto la sua guida. Ora, invece,
passava a un altro. Dio avrebbe realizzato i suoi obiettivi affidando il
governo d’Israele a colui che avrebbe regnato sul popolo ubbidendo
alla volontà divina.
Non conosciamo la portata delle prove e senza una fedele ub-
bidienza alla Parola del Signore non vi è nessuna certezza. Tutte
le sue promesse sono condizionate dalla fede e dall’ubbidienza, e
trascurare di ubbidire ai suoi ordini ci priva delle ricche benedizioni
delle Scritture. Non dobbiamo seguire gli impulsi né fidarci dei
giudizi umani, ma considerare, invece, la volontà di Dio rivelata e
camminare secondo i suoi comandamenti indipendentemente dalle
circostanze in cui ci troviamo. Delle conseguenze se ne preoccuperà
il Signore.
Rimanendo fedeli alla sua Parola, possiamo dimostrare nei mo-
menti difficili, davanti agli uomini e agli angeli, che il Signore può
contare su noi, perché anche in quelle circostanze faremo la sua
volontà, onoreremo il suo nome e benediremo il suo popolo.
Saul, ormai privo del favore divino, non volle umiliarsi e pentir-
si. Egli pensava di compensare la mancanza di una vera religiosità
con le cerimonie sacre. Saul sapeva della sconfitta d’Israele quando
l’arca di Dio era stata portata nell’accampamento da Ofni e Fineas,
e nonostante ciò era deciso a portare in guerra l’arca sacra e i sa-