Pagina 602 - Patriarchi e profeti (1998)

Basic HTML Version

598
Patriarchi e profeti
quello di Dio implica un mutamento delle circostanze. L’uomo può
mutare il suo rapporto con Dio, pur adempiendo alle condizioni
necessarie per ricevere il favore divino, o comportandosi in modo
da porsi al di fuori di questa condizione. Il Signore però “è lo stesso
ieri, oggi e in eterno” (
Ebrei 13:8
). Saul, disubbidendo, mutò il suo
rapporto con Dio, mentre le condizioni per considerarlo approvato
erano rimaste inalterate. Le richieste di Dio sono sempre le stesse
perché in lui “non c’è variazione né ombra prodotta da rivolgimento”
(
Giacomo 1:17
).
La mattina dopo il profeta, oppresso da una grande tristezza, si
mise in cammino per incontrare il re. Samuele sperava che Saul,
riflettendo, diventasse consapevole dei propri peccati e, attraverso
il pentimento e l’umiliazione, potesse riconquistare il favore divi-
[531]
no. Ma una volta compiuto il primo errore, è facile continuare a
sbagliare. Saul, ormai caduto molto in basso a causa della sua di-
subbidienza, andò incontro a Samuele raccontandogli una bugia:
“Benedetto sii tu dall’Eterno! Io ho eseguito l’ordine dell’Eterno”
(
1Samuele 15:13
).
Il frastuono che giungeva alle orecchie del profeta era in con-
traddizione con l’affermazione del re disubbidiente che alla precisa
domanda: “Che è dunque questo belar di pecore ché mi giunge agli
orecchi, e questo muggir di buoi che sento?” (
1Samuele 15:14
) dette
questa risposta: “Son bestie menate dal paese degli Amalekiti; per-
ché il popolo ha risparmiato il meglio delle pecore e dei buoi per
farne de’ sacrifizi all’Eterno, al tuo Dio; il resto, però, l’abbiam vota-
to allo sterminio” (
1Samuele 15:15
). Il popolo aveva semplicemente
ubbidito agli ordini di Saul e il re ora, per scusarsi voleva renderlo
responsabile del peccato frutto della sua disubbidienza.
Il messaggio che Dio gli aveva affidato aveva molto addolorato
Samuele. Ora doveva essere annunciato a tutto il popolo d’Israele,
che pieno di gioia e soddisfazione, attribuiva il trionfo al valore e
alla guida di Saul, che però non aveva condiviso con Dio gli onori
per l’esito della battaglia. Ora che il profeta aveva la prova della
ribellione di Saul, si indignò profondamente al pensiero che colui
che era stato tanto favorito da Dio avesse trasgredito l’ordine divino
e indotto Israele a peccare. Samuele non fu ingannato dal sotterfugio
del re, e con dolore e indignazione dichiarò: “Basta! Io t’annunzierò
quel che l’Eterno m’ha detto stanotte... Non è egli vero che quando ti