Pagina 603 - Patriarchi e profeti (1998)

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Saul respinto da Dio
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reputavi piccolo sei divenuto capo delle tribù d’Israele?” (
1Samuele
15:16, 17
). E dopo avergli ripetuto gli ordini che il Signore aveva
dato a proposito di Amalek, chiese la ragione della disubbidienza
del re.
Saul continuava a giustificarsi, dicendo: “Ma io ho ubbidito alla
voce dell’Eterno, ho compiuto la missione che l’Eterno m’aveva
affidata, ho menato Agag, re di Amalek, e ho votato allo sterminio
gli amalekiti; ma il popolo ha preso, fra il bottino, delle pecore e de’
buoi come primizie di ciò che doveva esser sterminato per farne de’
sacrifici all’Eterno, al tuo Dio, a Ghilgal” (
1Samuele 15:20, 21
).
Con parole severe e solenni il profeta smascherò quelle bugie e
pronunciò questa sentenza irrevocabile: “L’Eterno ha Egli a grado
gli olocausti e i sacrifizi come che si ubbidisca alla sua voce? Ecco,
l’ubbidienza val meglio che il sacrifizio, e dare ascolto val meglio
che il grasso dei montoni; poiché la ribellione è come il peccato
della divinazione, e l’ostinatezza è come l’adorazione degli idoli e
degli dèi domestici. Giacché tu hai rigettato la parola dell’Eterno,
anch’Egli ti rigetta come re” (
1Samuele 15:22, 23
).
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Udendo quelle parole terribili, il re gridò: “Io ho peccato, poiché
ho trasgredito il comandamento dell’Eterno e le tue parole; io ho
temuto il popolo e ho dato ascolto alla sua voce” (
1Samuele 15:24
).
Terrificato dalla denuncia del profeta, Saul riconobbe la colpa che
aveva ostinatamente negato, continuando però a incolpare il popolo
e dicendo di aver peccato per paura.
Era il timore delle conseguenze dei suoi errori e non la tristezza
che deriva dal pentimento a spingerlo a supplicare Samuele, dicendo:
“Ti prego, perdona il mio peccato, ritorna con me e io mi prostrerò
davanti all’Eterno” (
1Samuele 15:25
). Se Saul si fosse veramente
pentito, avrebbe confessato pubblicamente il suo peccato; ma la sua
preoccupazione maggiore era quella di conservare la sua autorità e
la fedeltà del popolo. Desiderava la presenza di Samuele solo per
rafforzare il proprio prestigio sulla nazione.
“Io non ritornerò con te”, rispose il profeta, “poiché hai rigettato
la Parola dell’Eterno, e l’Eterno ha rigettato te perché tu non sia più
re sopra Israele” (
1Samuele 15:26
). Mentre Samuele si voltava per
allontanarsi il re spaventato afferrò il suo mantello per trattenerlo, ma
gli rimase fra le mani. Il profeta allora dichiarò: “L’Eterno strappa
oggi da dosso a te il regno d’Israele e lo dà a un altro che è migliore