Pagina 607 - Patriarchi e profeti (1998)

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Saul respinto da Dio
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Non c’è dimostrazione migliore del potere seduttore di Satana
dell’inganno di cui sono vittime coloro che credono di essere al
servizio di Dio. Quando Kore, Datan e Abiram si ribellarono contro
l’autorità di Mosè, pensavano di opporsi semplicemente a un uomo,
uno come loro, ed essere fedeli a Dio. Ma rifiutando il messaggero
che Dio si era scelto, respinsero il Cristo. Allo stesso modo al tempo
di Gesù gli ebrei, scribi e anziani, che professavano un grande zelo
per l’opera di Dio, crocifissero suo Figlio. Quello stesso spirito
anima coloro che seguono la propria volontà in opposizione a quella
divina.
Saul ebbe prove evidenti dell’ispirazione divina dei messaggi
di Samuele. Trasgredire l’ordine di Dio, annunciato dal profeta,
significava andare contro il buon senso e la ragione. Saul, la cui
presunzione deve essere attribuita a un incantesimo diabolico, aveva
dimostrato un grande zelo per eliminare l’idolatria e la divinazione;
tuttavia aveva disubbidito all’ordine del Signore perché animato da
quello stesso spirito che si oppone a Dio e caratterizza coloro che
praticano la magia. Dopo il rimprovero, Saul dimostrò di essere
caparbio oltre che ribelle. Se si fosse unito apertamente agli idolatri
non avrebbe offeso maggiormente lo Spirito di Dio.
Disprezzare i rimproveri e gli avvertimenti della Parola di Dio e
del suo Spirito è pericoloso. Molti, come Saul, cedono alla tentazione
sino a non riconoscere più la vera natura del peccato. Si illudono al
pensiero di avere sempre qualche buona intenzione, oppure pensano
di non aver fatto del male trasgredendo i comandamenti del Signore.
In questo modo contrastano lo Spirito della grazia fino a non udirne
più la voce, ormai vittime delle conseguenze della loro scelta.
Saul era il re che gli israeliti volevano, come disse Samuele a
Ghilgal quando il regno fu confermato per ordine di Dio, a Saul.
“Ecco il re che vi siete scelto, che avete chiesto” (
1Samuele 12:13
).
Bello, di nobile statura e dal portamento principesco, il suo aspetto
suggeriva l’idea della dignità regale. Le sue capacità personali, la
sua abilità nel guidare i soldati, erano qualità che secondo gli israeliti
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assicuravano loro rispetto e onore da parte delle altre nazioni. A
loro non interessava che il re possedesse quelle qualità che potevano
permettergli di regnare con giustizia ed equità. Non chiesero un
uomo che avesse un carattere nobile o possedesse l’amore e il rispet-
to per il Signore. Non chiesero il consiglio di Dio circa le qualità