Pagina 608 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
che doveva possedere un re che potesse preservare le caratteristiche
del popolo scelto da Dio. Cercarono di soddisfare la loro volontà e
non quella di Dio. Allora il Signore scelse il re che desideravano,
un uomo con un carattere simile al loro. Come il loro cuore non
era sottomesso a Dio, così il loro sovrano non era posseduto dalla
grazia divina. Con questo re essi avrebbero avuto l’opportunità di
constatare i loro errori e tornare a ubbidire a Dio.
Il Signore, tuttavia, dopo aver conferito a Saul la responsabilità
del suo regno non lo abbandonò a se stesso. Lo Spirito Santo rivelò a
Saul la sua debolezza e il bisogno della grazia divina. Se Saul avesse
contato su Dio, egli sarebbe rimasto con lui. Per tutto il tempo in cui
rimase sotto il controllo della volontà di Dio, ubbidì al suo Spirito,
e il Signore coronò i suoi sforzi con il successo. Ma quando Saul
scelse di agire autonomamente, il Signore non fu più la sua guida
e fu costretto ad abbandonarlo. Allora chiamò al trono “un uomo
secondo il cuor suo” (
1Samuele 13:14
), non una persona dal carattere
perfetto, ma un uomo che invece di confidare in se stesso, facesse
assegnamento su Dio e fosse guidato dal suo Spirito; un uomo che,
dopo aver peccato, accettasse il rimprovero e ritrovasse la strada
giusta.
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