Pagina 624 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
il mio delitto, qual è il mio peccato verso tuo padre, ch’egli vuole la
mia vita?” (
1Samuele 20:1
). Gionathan, credendo che suo padre non
volesse più uccidere Davide, gli disse: “... Tolga ciò l’Iddio! Tu non
morrai; ecco, mio padre non fa cosa alcuna e grande o piccola, senza
farmene parte; e perché mi celerebbe egli questa? Non è possibile”
(
1Samuele 20:2
). Dopo l’evidente manifestazione della potenza di
Dio Gionathan non poteva credere che suo padre avrebbe ancora
fatto del male a Davide ma quest’ultimo non ne era convinto, e di-
chiarò a Gionathan molto seriamente: “... Com’è vero che l’Eterno
vive e che vive l’anima tua, fra me e la morte non v’ha che un passo”
(
1Samuele 20:3
).
Nel periodo della luna nuova in Israele ricorreva una festa sacra,
che sarebbe stata celebrata proprio il giorno successivo al colloquio
fra Davide e Gionathan. Durante questa festa i due giovani dove-
vano presentarsi alla tavola del re. Ma Davide, per paura, decise di
allontanarsi per fare una visita ai fratelli a Betlemme. Al suo ritorno
si sarebbe nascosto in un campo non lontano dal luogo del banchet-
to, evitando la presenza del re per tre giorni, mentre Gionathan si
sarebbe preoccupato di notare le reazioni di Saul. Se fosse stato
chiesto del figlio di Isai, Gionathan avrebbe detto che era andato a
partecipare al sacrificio offerto dalla famiglia di suo padre, e se il
re avesse risposto: “Va bene” Davide avrebbe potuto tornare senza
problemi alla corte; ma se Saul si fosse adirato per l’assenza di
Davide, quest’ultimo sarebbe dovuto fuggire.
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Il primo giorno di festa il re non fece nessuna domanda, ma
quando il posto di Davide rimase vuoto anche il secondo giorno,
chiese: “... Perché il figliuolo d’Isai non è venuto a mangiare né ieri
né oggi? Gionathan rispose a Saul: Davide mi ha chiesto istante-
mente di lasciarlo andare a Bethlehem; e ha detto: Ti prego, lasciami
andare, perché abbiamo in città un sacrifizio di famiglia, e il mio
fratello mi ha raccomandato d’andarvi; ora dunque, se ho trovato
grazia agli occhi tuoi, ti prego, lasciami dare una corsa per vedere
i miei fratelli. Per questa ragione egli non è venuto alla mensa del
re” (
1Samuele 20:28, 29
). Appena Saul sentì queste parole perse il
controllo, e dichiarò con veemenza che finché Davide viveva Gio-
nathan non sarebbe salito sul trono d’Israele, e chiese che lo stesso
Davide gli fosse portato immediatamente per condannarlo a morte.
Gionathan cercò ancora una volta di intercedere in favore dell’a-