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Patriarchi e profeti
21:10
), rispose Davide. E appena impugnò la spada che aveva usato
per annientare il campione dei filistei, ritrovò il coraggio.
Davide fuggì verso Akis re di Gath, perché riteneva di essere più
al sicuro tra i nemici del suo popolo che nella terra di Saul. Akis
però venne a sapere che Davide era l’uomo che aveva ucciso anni
prima il campione dei filistei e quindi la permanenza del giovane
ebreo tra i nemici d’Israele era diventata molto pericolosa; Davide,
fingendosi pazzo, ingannò i nemici e riuscì a scappare.
A Nob aveva commesso un errore, dimostrando poca fiducia
in Dio, ora ne commetteva un secondo ingannando Akis. Egli, che
aveva dimostrato di avere un carattere nobile e che per la sua cor-
rettezza morale aveva ottenuto il favore del popolo, nel momento
della prova dimostrò la propria debolezza e la sua fede fu scossa. In
ognuno vedeva una spia o un delatore. Quel Davide che in momenti
di grande pericolo aveva contato su Dio con fermezza e con fede,
che aveva annientato il gigante filisteo, che credeva in Dio e aveva
agito nel suo nome, una volta braccato e perseguitato, angosciato e
confuso perse quasi di vista il Padre.
Questa esperienza, tuttavia, gli servì per acquisire maggiore sag-
gezza, per comprendere la propria debolezza e la necessità di dipen-
dere costantemente da Dio. Com’è prezioso il dolce influsso dello
Spirito di Dio che allevia i disperati e i sofferenti, che incoraggia
i codardi, che rincuora i deboli, che aiuta e dà forza ai figli di Dio
che devono affrontare delle prove! Dio è grande perché si mostra
premuroso nei confronti di coloro che sbagliano, e manifesta tutto
il suo amore quando siamo sopraffatti da qualche grave problema!
Ogni insuccesso dei figli di Dio è dovuto a mancanza di fede. Quan-
do ci sentiamo angosciati e desideriamo essere illuminati e guidati,
dobbiamo guardare verso l’alto, dove la luce risplende al di là delle
tenebre. Davide non doveva dubitare di Dio neanche per un momen-
to, anzi poteva avere fiducia perché era l’unto dell’Eterno, perché
era stato protetto in situazioni pericolose dagli angeli del Signore,
perché aveva ricevuto il coraggio per compiere grandi imprese. Se
invece di continuare a pensare alla situazione angosciante in cui si
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trovava, avesse riflettuto sulla maestà e la potenza di Dio, avrebbe
trovato pace anche davanti alla morte e avrebbe potuto ripetere con
fiducia la promessa dell’Eterno: “Quand’anche i monti s’allontanas-
sero e i colli fossero rimossi, l’amor mio non s’allontanerà da te, né