Pagina 629 - Patriarchi e profeti (1998)

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Capitolo 65: La generosità di Davide
“Uno de’ figliuoli di Ahimelec, figliuolo di Ahitub di nome
Abiathar, scampò all’atroce eccidio dei sacerdoti del Signore operato
da Saul, e si rifugiò presso Davide. Abiathar riferì a Davide che Saul
aveva ucciso i sacerdoti dell’Eterno; e Davide disse ad Abiathar: Io
sapevo bene quel giorno che Doeg l’Idumeo, era là, ch’egli avrebbe
senza dubbio avvertito Saul; io sono causa della morte di tutte le
persone della famiglia di tuo padre. Resta con me, non temere; chi
cerca la mia vita cerca la tua; con me starai al sicuro” (
1Samuele
22:20-23
).
Sempre braccato dal re, Davide non trovava riposo né tranquillità
in nessun posto. A Keila la sua banda di coraggiosi salvò la città dai
filistei, ma non sentendosi al sicuro neanche fra la gente che avevano
liberato, si rifugiarono nel deserto di Zif. In quel tempo, in cui i
raggi di sole erano rari sul suo sentiero, Davide provò una grande
gioia nel ricevere la visita inaspettata di Gionathan, che aveva saputo
dove si era nascosto. I momenti che questi due amici passarono
insieme furono preziosi e, dopo essersi raccontate le vicissitudini
passate, Gionathan rincuorò Davide, dicendo: “Non temere, poiché
Saul, mio padre, non riuscirà a metterti le mani addosso: tu regnerai
sopra Israele, e io sarò secondo dopo di te; e ben lo sa anche Saul
mio padre” (
1Samuele 23:17
). Il parlare dei prodigi che Dio aveva
compiuto fu per Davide di grande incoraggiamento. “E i due fecero
alleanza in presenza dell’Eterno; poi Davide rimase nella foresta, e
Gionathan se ne andò a casa sua” (
1Samuele 23:18
).
Dopo la partenza di Gionathan, Davide si consolò con i canti di
lode che accompagnava con la sua arpa. “Io mi confido nell’Eterno.
Come dite voi all’anima mia; fuggi al tuo monte come un uccello?
Poiché ecco gli empi tendono l’arco, scoccan le loro saette sulla
corda per tirarle nell’oscurità contro i retti di cuore. Quando i fonda-
menti son rovinati che può fare il giusto? L’Eterno è nel tempio della
sua santità. L’Eterno ha il suo trono ne’ cieli; i suoi occhi veggono,
le sue palpebre scrutano i figliuoli degli uomini. L’Eterno scruta il
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