Pagina 634 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
e ingannarlo. In realtà, questa impulsività si addiceva più al carattere
di Saul che a quello di Davide, ma il figlio di Isai doveva ancora
imparare lezioni di pazienza alla scuola del dolore.
Appena Nabal ebbe mandato via i giovani inviati da Davide, uno
dei suoi servi si affrettò a riferire ad Abigail, la moglie del padrone
ciò che era successo. “Ecco” disse “Davide ha inviato dal deserto
dei messi per salutare il nostro padrone, ed egli li ha trattati male
Eppure, quella gente è stata molto buona verso di noi, noi non ne
abbiamo ricevuto alcun oltraggio, e non ci han portato via nulla
per tutto il tempo che siamo andati attorno con loro quand’eravamo
per la campagna. Di giorno e di notte sono stati per noi come una
muraglia, per tutto il tempo che siamo stati con loro pascendo i
greggi. Or dunque rifletti, e vedi quel che tu debba fare; poiché un
guaio è certo che avverrà al nostro padrone e a tutta la sua casa”
(
1Samuele 25:14-17
).
Senza consultare il marito, né riferirgli le sue intenzioni, Abigail
ordinò di preparare una grossa quantità di provviste che fece caricare
su asini guidati dai servi con l’intenzione di andare incontro alla
banda di Davide. “E quando Abigail ebbe veduto Davide che si
era rifugiato con i suoi uomini su di una collina scese in fretta
dall’asino e gettandosi con la faccia a terra si prostrò dinanzi a lui.
Poi, gettandosi ai suoi piedi, disse: O mio signore, la colpa è mia!
Deh, lascia che la tua serva parli in tua presenza e tu ascolta le parole
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della tua serva” (
1Samuele 25:23, 24
). Abigail si rivolse a Davide
con molto rispetto, come se stesse parlando a un re. A differenza di
Nabal che aveva affermato: “Chi è Davide?”, Abigail chiamò il suo
interlocutore “mio signore”. Con parole gentili, essa cercò di calmare
l’irritazione di Davide perorando la causa del marito. Senza ombra
di ostentazione o orgoglio, ma piena della saggezza e dell’amore
divini, Abigail rivelò quanto fosse attaccata alla sua famiglia e fece
comprendere a Davide che la maniera poco gentile con cui il marito
lo aveva trattato non era premeditata e non costituiva un affronto
personale, ma era lo sfogo di un essere infelice ed egoista.
“Or dunque, signor mio, com’è vero che vive l’Eterno e che
l’anima tua vive l’Eterno t’ha impedito di spargere il sangue e di farti
giustizia con le tue proprie mani. Ed ora i tuoi nemici e quelli che
voglion fare del male al mio signore siano come Nabal!” (
1Samuele
25:26
). Abigail non si attribuì il merito di aver mutato il proposito