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Patriarchi e profeti
di sogni, né mediante l’Urim, né per mezzo dei profeti” (
1Samue-
le 28:6
). Ma se il Signore non abbandona mai una persona che si
avvicina a lui con sincera umiltà, perché non rispose a Saul? Il com-
portamento del re aveva annullato tutti i mezzi di cui Dio si poteva
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servire per mettersi in contatto con l’uomo. Egli aveva respinto i
consigli del profeta Samuele, aveva esiliato Davide, l’unto di Dio,
aveva ucciso i sacerdoti del Signore; poteva forse aspettarsi di riceve-
re una risposta da Dio dopo aver interrotto i canali di comunicazione
con il cielo? Avendo scacciato con il suo peccato lo Spirito della
grazia, poteva ricevere dall’Eterno una risposta per mezzo di sogni
e rivelazioni? Saul non si rivolse a Dio, animato dall’umiltà e dal
pentimento. Egli ricercava la liberazione dai nemici e non il perdono
dei peccati e la riconciliazione con il Signore. E proprio la ribellio-
ne e l’ostinazione che lo avevano separato da Dio gli impedivano
di ritornare a lui pentito e rattristato. Allora l’orgoglioso sovrano,
angosciato e disperato, cercò l’aiuto in un’altra direzione.
“Allora Saul disse ai suoi servi: Cercatemi una donna che sappia
evocar gli spiriti ed io anderò da lei a consultarla” (
1Samuele 28:7
).
Saul conosceva bene la natura della negromanzia; sapeva che era
stata esplicitamente proibita da Dio, e che su tutti coloro che la
praticavano pendeva una sentenza di morte. Quando Samuele era
ancora vivo, Saul aveva ordinato che tutti gli incantatori e coloro
che avevano degli spiriti fossero messi a morte; ma ora, in preda
alla follia e alla disperazione, Saul ricorreva all’oracolo che aveva
condannato come abominevole.
Fu riferito al re che in un nascondiglio a Endor vi era una donna
che aveva uno spirito. Ella aveva stabilito un patto con Satana otte-
nendo in cambio del dono della sua persona per adempiere propositi
satanici, la facoltà di operare miracoli e la conoscenza di segreti.
Dopo essersi travestito, Saul si recò di notte con due servi per
cercare il nascondiglio dell’incantatrice. Che scena pietosa! Il re
d’Israele era prigioniero della volontà di Satana. Saul percorreva un
sentiero oscuro: dopo essere stato scelto dal Signore si era comporta-
to a modo suo resistendo allo Spirito di Dio! Che schiavitù terribile
quella di chi si abbandona al controllo del peggiore dei tiranni: se
stesso! La fiducia in Dio e l’ubbidienza ai suo comandamenti era
l’unica condizione che avrebbe permesso a Saul di diventare re d’I-
sraele. A queste condizioni, a cui Saul non ottemperò, il suo regno