La morte di Saul
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scuotere fin nell’intimo, come un albero durante una tempesta, e
cadde prostrato a terra.
Anche l’evocatrice di spiriti era allarmata. Il re d’Israele giaceva
davanti a lei privo di sensi. Se fosse morto nel suo nascondiglio quali
conseguenze avrebbe subìto? Lo scongiurò di alzarsi e di prendere
del cibo, affermando che dal momento che ella aveva messo in
pericolo la sua vita per soddisfare un suo desiderio, egli avrebbe
dovuto ubbidire alle sue richieste per preservare la sua. Anche i
servi ripeterono le stesse suppliche e alla fine Saul cedette e la
donna si affrettò a preparare un vitello ingrassato e del pane azzimo.
Che scena fu quella! Nella rude caverna dell’incantatrice, in cui
poco prima erano echeggiate parole di condanna in presenza del
messaggero di Satana, sedeva colui che era stato scelto da Dio
per essere re d’Israele e che il giorno successivo sarebbe morto in
battaglia.
Prima dell’alba Saul tornò con i suoi soldati nell’accampamento
d’Israele per prepararsi al conflitto. Ma l’evocazione di quello spirito
oscuro lo aveva distrutto. Abbattuto e disperato, Saul non poteva
assolutamente incoraggiare il suo esercito. Essendosi separato dalla
Fonte di ogni forza, non poteva volgere le menti degli israeliti verso
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Dio, il loro liberatore. Tutto ciò contribuiva all’adempimento di
quella terribile predizione.
Nella pianura di Shunem e sulle pendici del monte Ghilboa, le
schiere degli israeliti e dei filistei furono impegnate in un combat-
timento terribile. Per quanto Saul, dopo la tragica esperienza nella
grotta di Endor, avesse perso la speranza di vincere, combatté con
valore ma anche con disperazione per il suo trono e il suo regno. Ma
fu tutto inutile. “Gli israeliti fuggirono dinanzi ai filistei, e caddero
morti in gran numero sul monte Ghilboa” (
1Samuele 31:1
). Tre figli
coraggiosi del re erano morti al suo fianco. Gli arcieri stavano per
raggiungere Saul, i suoi soldati erano caduti intorno a lui, i suoi figli,
i prìncipi, erano stati falciati dalla spada e lui, ormai ferito, non pote-
va più combattere. Fuggire era impossibile ed essendo deciso a non
farsi prendere vivo dai filistei, ordinò al suo scudiero: “Sfodera la
spada e trafiggimi” (
1Samuele 31:4
). Vedendo che l’uomo rifiutava
di colpire l’unto dell’Eterno, Saul si tolse la vita gettandosi sulla sua
spada.
Così morì il primo re d’Israele, aggiungendo alle altre la colpa