Pagina 656 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
Dopo tre giorni di viaggio Davide e la sua banda di seicento
uomini raggiunsero Tsiklag, la loro città nel paese di filistei, ma li
attendeva una scena desolante: gli amalechiti, approfittando dell’as-
senza di Davide e dei suoi uomini si erano vendicati delle incursioni
da lui compiute nel loro territorio. Avevano sorpreso la città incusto-
dita, l’avevano saccheggiata e bruciata e portato via, oltre a un ricco
bottino, tutte le donne e i bambini come prigionieri.
Muti e stupiti per quell’orrendo spettacolo Davide e i suoi uomini
osservarono in silenzio quelle rovine annerite e piene di cenere. Poi
quei guerrieri incalliti furono presi da una terribile sensazione di
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smarrimento, “alzarono la voce e piansero, finché non ebbero più
forza di piangere” (
1Samuele 30:4
). Ancora una volta Davide fu
punito per la sua mancanza di fede che lo aveva portato a stabilirsi
tra i filistei. Ora comprendeva quanto fosse poco sicuro vivere tra i
nemici di Dio e del suo popolo; i suoi stessi uomini lo accusavano
di essere la causa di quel disastro. Davide, infatti, attaccando gli
amalechiti ne aveva provocato la vendetta, ma pensando di essere
sicuro in terra nemica aveva lasciato la città indifesa. Accecati dal
dolore e dall’ira, i soldati di Davide erano pronti anche ad azioni
disperate e minacciarono di lapidare il loro capo.
Nessuno poteva manifestare a Davide la sua comprensione in
quei momenti. Tutto ciò che egli poteva avere di caro era stato
spazzato via. Saul lo aveva allontanato dal suo paese; i filistei lo
avevano mandato via dall’accampamento; gli amalechiti avevano
saccheggiato la sua città; le sue mogli e i bambini erano stati fatti
prigionieri; i suoi amici intimi lo avevano allontanato minacciandolo
perfino di morte. In quest’ora di estrema gravità Davide, invece
di permettere che la sua mente si soffermasse su queste penose
circostanze, si rivolse con intensità a Dio per ricevere aiuto. Egli
“si fortificò nell’Eterno” (
1Samuele 30:6
). Riconsiderò la sua vita
travagliata. Il Signore lo aveva mai abbandonato? Si sentì sollevato
ripensando a tutte le prove della protezione divina che aveva avuto.
Mentre i seguaci di Davide trovavano le loro afflizioni doppiamente
gravose, a causa della loro scontentezza e impazienza, l’uomo di
Dio, che aveva dei motivi in più per abbattersi, si fece coraggio. “Nel
giorno in cui temerò, io confiderò in te” (
Salmo 56:3
), diceva dentro
di sé. E sebbene non riuscisse a trovare un modo per uscire da quelle
difficoltà Dio le vedeva e gli avrebbe indicato cosa fare.