Davide a Tsiklag
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Davide davanti al quale s’inchinò in segno di rispetto chiamandolo,
con soddisfazione del condottiero, principe potente. Davide chiese
con ansia il risultato della battaglia e il fuggitivo gli riferì la notizia
della sconfitta e della morte di Saul e di Gionathan. Supponendo
che Davide fosse animato da sentimenti di odio verso il suo spietato
persecutore, nella speranza di assicurarsi degli onori, andò al di là di
ciò che gli era stato chiesto, ammettendo di aver ucciso il re. L’uomo
raccontò con soddisfazione che durante la battaglia aveva trovato
Saul ferito e circondato dai nemici senza possibilità di salvezza,
e che dietro richiesta dello stesso sovrano, lo aveva ucciso. Egli
aveva con sé la corona e i braccialetti d’oro che aveva portato a
Davide perché si aspettava che quelle notizie sarebbero state salutate
con gioia e pensava di ricevere una ricca ricompensa per ciò che
aveva fatto. Invece “... Davide prese le sue vesti e le stracciò; e lo
stesso fecero tutti gli uomini che erano con lui. E fecero cordoglio e
piansero e digiunarono fino a sera, a motivo di Saul, di Gionathan,
suo figliuolo, del popolo dell’Eterno e della casa d’Israele, perché
eran caduti per la spada” (
2Samuele 1:11, 12
).
Passato lo sgomento per quella terribile notizia, Davide pensò
a quell’uomo che aveva dichiarato di aver commesso il crimine e
gli domandò: “... Donde sei tu? ... Son figliuolo d’uno straniero,
d’un Amalekita. E Davide gli disse: Come mai non hai tu temuto di
stender la mano per uccidere l’unto dell’Eterno?” (
2Samuele 1:13,
14
).
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Per ben due volte Davide aveva avuto Saul nelle mani, ma si era
rifiutato di ascoltare coloro che lo incitavano a colpire colui che per
ordine divino era stato consacrato a regnare su Israele. L’amalekita,
invece, non temeva di gloriarsi per aver ucciso il re d’Israele. Par-
lando così egli si accusava di un crimine punibile con la morte, e fu
subito giustiziato. Davide disse: “Il tuo sangue ricada sul tuo capo,
poiché la tua bocca ha testimoniato contro di te quando hai detto: Io
ho ucciso l’unto dell’Eterno” (
2Samuele 1:16
).
Il dolore di Davide per la morte di Saul era sincero e profondo,
e ciò costituiva una prova della sua natura nobile e generosa. Egli
non esultò per la fine del suo nemico; non gioì perché l’ostacolo
che gli impediva l’accesso al trono era stato rimosso. La morte
aveva cancellato il ricordo della sfiducia e delle crudeltà di Saul e
ora Davide pensava a ciò che di nobile e regale il sovrano aveva