Il regno di Davide
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trionfo. Con solennità, la grande processione percorreva su e giù le
colline e le valli che circondavano la città santa.
“Come furon giunti all’aia di Nacon, Uzza stese la mano verso
l’arca di Dio e la tenne, perché i buoi la facevano piegare. E l’ira
dell’Eterno s’accese contro Uzza; Iddio lo colpí quivi per la sua
temerità, ed ei morì in quel luogo presso l’arca di Dio” (
2Samuele
6:6, 7
). Il terrore, improvvisamente, si impadronì di quella folla
gioiosa. Davide, meravigliato e notevolmente preoccupato, mise in
dubbio nel suo intimo la giustizia di Dio: ora che stava cercando di
onorare l’arca, il simbolo della presenza divina, perché quel giudizio
terribile aveva trasformato la gioia in dolore e lamento? Pensando
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che non sarebbe stato sicuro tenere l’arca, Davide decise di lasciarla
dov’era, mettendola nella vicina casa di Obed-Edon di Gath.
La sorte di Uzza era stata decisa dalla violazione di uno degli
ordini più espliciti. Tramite Mosè, il Signore aveva dato istruzioni
precise circa il trasporto dell’arca. A parte i sacerdoti, i discendenti
di Aronne, nessuno poteva toccarla o perfino guardarla quando non
era coperta. Questo era l’ordine divino: “... I figliuoli di Kehath
verranno per portare quelle cose; ma non toccheranno le cose sante,
che non abbiano a morire” (
Numeri 4:15
). I sacerdoti dovevano
coprire l’arca, e i figliuoli di Kehath dovevano sollevarla per le
stanghe poste in anelli laterali che non dovevano essere rimosse.
I carri e i buoi erano stati dati da Mosè ai gersoniti e ai meratiti,
che si dovevano occupare del trasporto delle tende, delle tavole e
dei pilastri del tabernacolo. “... Ma ai figliuoli di Kehath non ne
diede punti, perché avevano il servizio degli oggetti sacri e dovevano
portarli sulle spalle” (
Numeri 7:9
). Era evidente che la maniera
con cui l’arca era stata portata da Kiriath-Jearim era dovuta a una
mancanza inescusabile nei confronti delle direttive divine.
Davide e il popolo si erano riuniti per compiere un’opera sacra,
che avevano iniziato motivati da gioia e buona volontà; ma il Si-
gnore non poteva accettare quel servizio perché non era in armonia
con le sue direttive. Quando i filistei resero l’arca agli israeliti ca-
ricandola su di un carro, il Signore accettò lo sforzo fatto perché
non conoscevano la legge di Dio. Ma gli israeliti disonorarono Dio
per aver trascurato quelle indicazioni che potevano conoscere detta-
gliatamente. Uzza aveva peccato di presunzione. L’aver trasgredito
la legge di Dio aveva indebolito il suo senso del sacro ed egli, a