Pagina 683 - Patriarchi e profeti (1998)

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Il peccato e il pentimento di Davide
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Per quanto non vi fosse nessuno in Israele che potesse eseguire
la sentenza di morte dell’unto del Signore, Davide tremava per paura
che la sua colpa non fosse perdonata e dovesse essere colpito dal
giudizio di Dio. Ma il profeta gli dette questo messaggio: “... L’Eter-
no ha perdonato il tuo peccato; tu non morrai” (
2Samuele 12:13
).
Per salvaguardare la giustizia, la sentenza di morte, conseguenza del
suo peccato, venne trasferita da Davide al bambino. Quindi mentre il
re ebbe la possibilità di pentirsi, la sofferenza e la morte del bambino
che costituiva una parziale punizione, fu un’esperienza molto più
amara di quanto avrebbe potuto essere la sua stessa morte. Il profeta,
infatti, aveva detto: “Nondimeno, siccome facendo così hai tu data
ai nemici dell’Eterno ampia occasione di bestemmiare, il figliuolo
che t’è nato dovrà morire” (
2Samuele 12:14
).
Quando il bambino venne colpito, Davide digiunò e fu profonda-
mente umiliato. Spogliatosi degli abiti regali e della corona, giaceva
ogni notte a terra, e con il cuore infranto dal dolore intercedeva per
quell’innocente che soffriva per la sua colpa. “Gli anziani della sua
casa insistettero presso di lui perché egli si levasse da terra; ma
non volle” (
2Samuele 12:17
). Spesso, quando dei giudizi erano stati
pronunciati su città o su persone, che poi si erano umiliate e pentite,
la minaccia era stata allontanata e il Dio misericordioso, pronto a
perdonare, aveva inviato dei messaggeri di pace. Incoraggiato da
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questo pensiero, Davide perseverò nelle sue preghiere per tutto il
tempo in cui il piccolo rimase in vita; e alla notizia della morte si
sottomise serenamente al decreto di Dio. La prima conseguenza
di quella condanna, che Davide stesso riteneva giusta, era caduta
su di lui, ma la fiducia nella misericordia di Dio gli fu di grande
consolazione.
Molti di coloro che leggono la storia del peccato di Davide si
chiedono come mai questo episodio sia stato reso pubblico; perché
Dio abbia ritenuto opportuno manifestare al mondo l’errore di un
uomo che proprio lui aveva onorato. Rimproverando Davide per
il suo peccato, il profeta affermò: “... Facendo così tu hai data ai
nemici dell’Eterno ampia occasione di bestemmiare...” (
2Samuele
12:14
). Le future generazioni infedeli avrebbero ricordato questo
errore di Davide, esclamando con derisione e soddisfazione: “Questo
è l’uomo secondo il cuore di Dio!”. Avrebbe rappresentato un’offesa
per la religione. Dio e la sua Parola sarebbero stati bestemmiati,