Pagina 686 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
di me uno spirito ben saldo. Non rigettarmi dalla tua presenza e non
togliermi lo spirito tuo santo. Rendimi la gioia della tua salvezza e
fa che uno spirito volenteroso mi sostenga. Io insegnerò le tue vie ai
trasgressori e i peccatori si convertiranno a te. Liberami dal sangue
versato, o Dio, Dio della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà la
tua giustizia” (
Salmo 51:1-14
).
Esprimendo il proprio peccato in un inno sacro, da cantare nelle
assemblee del popolo alla presenza della corte - sacerdoti, giudici,
prìncipi e soldati - e anche delle generazioni più lontane, il re d’I-
sraele proclamò oltre alla sua esperienza di peccato, il pentimento
vissuto e la sua speranza di perdono attraverso la misericordia di Dio.
Invece di sforzarsi di cancellare la propria colpa, egli desiderava che
gli altri potessero ricavare degli insegnamenti dalla sua triste storia.
Il pentimento di Davide era sincero e profondo. Egli infatti non
cercò di sminuire il suo crimine. La sua preghiera non fu ispirata
da nessun desiderio di evitare i giudizi. Egli si rese conto della
gravità della sua trasgressione nei confronti di Dio, comprese quanto
fosse corrotto e provò orrore per il proprio peccato. Oltre che per il
perdono egli, senza lasciarsi abbattere dalla disperazione, pregava
per avere un cuore puro. Davide vide nelle promesse divine per
il peccatore pentito la dimostrazione del suo perdono e della sua
accettazione.
“Poiché tu non prendi piacere nei sacrifizi, altrimenti io li offrirei;
tu non gradisci olocausto. I sacrifizi di Dio sono lo spirito rotto; Dio,
tu non sprezzi il cuor rotto e contrito” (
Salmo 51:16, 17
).
Davide era caduto, ma il Signore lo rialzava; ed ora era in mag-
giore armonia con Dio e con gli altri di quanto lo fosse prima del
suo peccato. Felice per la sua liberazione, cantò: “Io t’ho dichiarato
il mio peccato, non ho coperta la mia iniquità. Io t’ho detto: Confes-
serò le mie trasgressioni all’Eterno; e tu hai perdonato l’iniquità del
mio peccato... Tu sei il mio ricetto, tu mi guarderai da distretta, tu
mi circonderai di canti di liberazione” (
Salmo 32:5-7
).
Molti hanno contestato la giustizia di Dio in quanto Egli aveva
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risparmiato Davide, gravemente colpevole, respingendo Saul per
peccati molto meno rilevanti. Ma mentre Davide si umiliò e confessò
i propri peccati, Saul disprezzò i rimproveri con un animo duro e
impenitente.
Questo momento della storia di Davide è molto significativo per