La prova di Caino e Abele
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due.
Caino e Abele rappresentano due categorie di persone che esi-
steranno sempre nel mondo, sino alla fine dei tempi. La prima è
costituita da coloro che accettano il sacrificio per il peccato, la se-
conda da quanti rischiano di non essere salvati perché confidano nei
propri meriti. La loro offerta non ha alcun valore, in quanto esclude
la mediazione divina: in sé, non è sufficiente a ottenere il favore di
Dio. Le nostre trasgressioni possono essere perdonate solo grazie
al Cristo. Coloro che non riconoscono in alcun modo la propria
insufficienza, e ritengono di poter fare a meno del sacrificio di Gesù,
sono convinti di poter ricevere le benedizioni di Dio tramite le loro
opere senza la grazia divina; il loro errore è simile a quello di Caino.
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Chi non accetta il valore della morte del Salvatore, rimane sotto la
condanna del male e niente potrà liberarlo da questa prigionia.
I credenti che seguono l’esempio di Caino costituiscono nel mon-
do la stragrande maggioranza. Tutte le false religioni si fondano su
uno stesso principio: la salvezza dell’uomo dipende esclusivamente
dalle sue opere. Alcuni sostengono addirittura che l’uomo non abbia
bisogno di salvezza, ma solo di perseguire uno sviluppo personale
per migliorare, elevarsi e rigenerarsi. Come Caino, che pensò di
assicurarsi il favore divino con un’offerta che non comportava spar-
gimento di sangue, così molti pretendono di elevare l’uomo sino
alla divinità, escludendo la necessità di una qualsiasi espiazione. La
storia di Caino è abbastanza eloquente circa i risultati di un simile
atteggiamento: essa indica con chiarezza il destino dell’uomo che
decide di allontanarsi dal Cristo. L’umanità non può rigenerare se
stessa. Per sua natura, il genere umano ha in sé una predisposizione
al male: non aspira spontaneamente a ciò che è divino ed elevato.
Il Cristo è la nostra unica speranza. “In nessun altro è la salvezza;
poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli
uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati” (
Atti 4:12
). La
vera fede si basa unicamente su Gesù e si manifesta attraverso l’ub-
bidienza. Dai giorni di Adamo a oggi, la grande lotta tra il bene e il
male riguarda l’osservanza della legge di Dio. In tutti i tempi vi sono
state persone che hanno preteso di avere diritto all’approvazione
divina pur trascurando l’osservanza di alcuni comandamenti. Ma le
Scritture dichiarano che “... per le opere la... fede fu resa compiuta”:
senza le opere dell’ubbidienza, la fede “è morta” (
Giacomo 2:22,