Pagina 692 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
uomo molto stimato per la sua saggezza, la cui opinione era ritenuta
sicura come quella di un oracolo. Ahitofel si unì ai cospiratori dando,
con il suo appoggio, la garanzia del successo a Absalom e attiran-
do molti uomini influenti di tutto il paese. Quando la tromba dei
rivoltosi suonò, le spie del principe diffusero ovunque la notizia che
Absalom era re, coinvolgendo una parte considerevole del popolo.
Nel frattempo, a Gerusalemme, fu dato l’allarme e il re Davide
si svegliò improvvisamente da un lungo torpore e si rese conto che
la ribellione stava divampando proprio vicino al suo trono. In questa
situazione di grave pericolo Davide si sollevò da quella depressione
in cui da tanto tempo si trovava, e con lo spirito dei suoi anni migliori
si preparò ad affrontare questa terribile situazione di emergenza.
Absalom stava raccogliendo le sue forze a Hebron che distava solo
trenta chilometri: i ribelli sarebbero ben presto arrivati alle porte di
Gerusalemme.
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Davide dal palazzo osservò la capitale, “la città del gran re”,
“gioia di tutta la terra” (
Salmo 48:2
) e rabbrividì al pensiero di deva-
stazioni e stragi. Avrebbe chiamato in suo aiuto gli uomini ancora
fedeli al suo trono per proteggere la capitale? Avrebbe permesso che
Gerusalemme venisse inondata di sangue? La decisione fu presa:
la città santa non sarebbe stata teatro degli orrori della guerra. Il re
avrebbe lasciato Gerusalemme mettendo alla prova la fedeltà del
popolo, dandogli la possibilità di schierarsi in sua difesa. In questo
momento di grave crisi era suo dovere nei confronti di Dio e del suo
popolo conservare l’autorità che il Signore gli aveva conferito; ma
affidò a Dio le sorti della lotta.
Umiliato e triste Davide passò sotto la porta di Gerusalemme
separandosi, per l’insurrezione del proprio figlio tanto amato dal
trono, dal palazzo e dall’arca di Dio. Il popolo lo seguiva in una lunga
e triste processione, come un corteo funebre. La guardia del corpo di
Davide costituita dai kerethei, i pelethei e seicento ghittei di Gath al
comando di Ittai, accompagnava il re. Ma Davide, con la sua tipica
generosità non permise che questi stranieri che avevano cercato la
sua protezione fossero coinvolti in questa disgrazia ed espresse la
sua sorpresa nel vederli pronti a sacrificarsi per lui, dicendo poi a
Ittai di Gath: “... Perché vuoi anche tu venir con noi? Torna indietro,
e statti col re; poiché sei un forestiero, e per di più un esule dalla
sua patria. Pur ieri tu arrivasti; e oggi ti farei io andare errando qua