Pagina 702 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
mente dalle mura della città. L’usurpatore era accompagnato da una
forza così ingente da far sembrare la schiera di Davide una manciata
di uomini.
Osservando gli eserciti contrapposti il re non pensava tanto al-
la corona o al regno, o alla sua vita che dipendeva dall’esito della
battaglia. Provava soprattutto amore e compassione per quel figlio
ribelle. E quando l’esercito sfilò attraverso le porte della città, Da-
vide incoraggiò i suoi soldati fedeli, pregandoli di andare avanti,
confidando nel Dio d’Israele che avrebbe dato loro la vittoria, ma
non seppe nascondere il suo amore per Absalom.
Quando Joab, il vincitore di centinaia di battaglie, che guidava
l’ultimo drappello passò davanti al re, chinò il capo fiero per ascoltare
il messaggio del re e si sentì dire con voce tremante: “Per amor
mio, trattate con riguardo il giovane Absalom” (
2Samuele 18:5
).
Anche Abishai e Ittai ricevettero la stessa raccomandazione. La
sollecitudine dimostrata dal re sembrava indicare che Absalom gli
fosse più caro del suo stesso regno e perfino dei sudditi fedeli al suo
trono, ed ebbe come unico effetto quello di aumentare l’indignazione
dei soldati contro quel figlio snaturato.
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Il luogo di battaglia era un bosco vicino al Giordano dove il
gran numero di soldati costituiva solo uno svantaggio per Absalom.
La vegetazione intricata e le paludi della foresta disorientarono
e resero ingovernabili le truppe indisciplinate di Absalom. “E il
popolo d’Israele fu quivi sconfitto dalla gente di Davide; e la strage
ivi fu grande in quel giorno, caddero ventimila uomini” (
2Samuele
18:7
). Absalom, vedendo che la partita era persa fuggì, ma rimase
impigliato nei rami di un folto albero, mentre il suo mulo procedeva
nella corsa lasciandolo appeso per la testa, preda indifesa del nemico.
Un soldato lo trovò in queste condizioni, e per paura di far dispia-
cere al re risparmiò il principe limitandosi a riferire a Joab ciò che
aveva visto. Quest’ultimo, che aveva aiutato Absalom assicurandogli
la riconciliazione ricevendo in cambio della fiducia concessa un
vergognoso disprezzo, non si fece condizionare da scrupoli. La sua
intercessione in favore di Absalom aveva permesso a quest’ultimo
di avere dei vantaggi che avevano reso possibile la ribellione con
tutti i suoi errori. Ma ora la situazione era nelle sue mani, poteva
distruggere con un solo colpo l’istigatore di tanto male. “E presi
in mano tre dardi, li immerse nel cuore di Absalom... Poi presero