Pagina 709 - Patriarchi e profeti (1998)

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Gli ultimi anni di Davide
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Sin dall’inizio del suo regno, Davide aveva preso molto a cuore
l’idea della costruzione di un tempio al Signore. Aveva dimostrato
grande zelo e impegno per la realizzazione di quel progetto che non
aveva avuto il permesso di eseguire. Si era procurato una grande
quantità di materiali preziosi: oro, argento, onice, pietre di diversi
colori, marmo e legni pregiati. E ora tutti questi ricchi tesori doveva-
no essere affidati ad altri che avrebbero costruito la dimora dell’arca,
simbolo della presenza di Dio.
Vedendo che la sua fine si avvicinava il re convocò i prìncipi
d’Israele, insieme ai rappresentanti di tutte le parti del regno, per
conferire l’ultimo incarico: occuparsi dell’impresa che stava a cuore
a Davide. Egli desiderava così assicurarsi la loro collaborazione e il
loro sostegno per la grande opera che doveva essere realizzata. Per
il suo stato di debolezza non ci si poteva aspettare che il re potesse
occuparsi personalmente della cessione dei preziosi materiali ma
ispirato da Dio, con una forza e un fervore maggiori, poté rivol-
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gersi per l’ultima volta al popolo. Parlò loro del suo desiderio di
costruire il tempio, e del fatto che il Signore aveva detto che l’opera
doveva essere affidata a suo figlio Salomone di cui l’Eterno disse:
“Salomone tuo figliuolo sarà quegli che edificherà la mia casa e i
miei cortili, poiché io l’ho scelto per mio figliuolo, ed io gli sarò
padre. E stabilirò saldamente il suo regno in perpetuo, s’egli sarà
perseverante nella pratica dei miei comandamenti e dei miei precetti,
com’è oggi”. “Or dunque” disse Davide “in presenza di tutto Israele,
dell’assemblea dell’Eterno, e dinanzi al nostro Dio che ci ascolta, io
v’esorto a osservare e a prendere a cuore tutti i comandamenti del-
l’Eterno, ch’è il vostro Dio, affinché possiate rimanere in possesso
di questo buon paese, e lasciarlo in eredità ai vostri figliuoli, dopo di
voi, in perpetuo” (
1Cronache 28:6-8
).
Davide aveva imparato per esperienza personale quanto fosse
difficile la via di coloro che si allontanano da Dio. Era stato con-
dannato dalla legge infranta, ne aveva subìto le conseguenze e ora
con tutta l’anima incitava i capi d’Israele a essere fedeli all’Eterno,
e incoraggiava Salomone a ubbidire alla legge di Dio, evitando i
peccati che avevano indebolito la sua autorità, che gli avevano re-
so la vita amara e avevano disonorato il Signore. Davide sapeva
che ciò avrebbe richiesto umiltà, costante fiducia in Dio attenzione
incessante per resistere alle tentazioni che avrebbero sicuramente