Seth ed Enoc
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dal sapere e dall’esperienza comune.
L’uomo non ebbe mai tante possibilità di conoscere Dio attra-
verso la natura come in quell’epoca. Non si trattò affatto di un’età
oscura: ogni individuo aveva l’opportunità di apprendere gli inse-
gnamenti di Adamo e quanti rispettavano Dio ebbero come guide il
Cristo e gli angeli. Inoltre, il Signore lasciò per molti secoli il suo
giardino tra gli uomini, come silenzioso testimone della verità. I
primi credenti si recavano alla porta del paradiso, che era sorvegliata
dai cherubini: in quel luogo si manifestava la gloria divina e gli
uomini avevano costruito degli altari per presentare le loro offerte.
Qui Caino e Abele portarono i loro sacrifici e Dio acconsentì a par-
lare con loro. Gli scettici non potevano negare l’esistenza dell’Eden,
perché esso costituiva una realtà visibile e concreta. La creazione,
il giardino, la storia dei due alberi: quel racconto appariva così evi-
dentemente legato al destino dell’uomo da rappresentare un dato
di fatto indiscutibile. L’esistenza della suprema autorità di Dio, la
necessità di ubbidire alla sua legge erano verità che gli uomini non
misero mai in dubbio, finché Adamo visse fra loro.
Nonostante la corruzione dilagante, vi furono uomini di grande
talento e vastissima cultura che vissero in armonia con il cielo. Essi
mantenevano un contatto costante e intimo con Dio, che li elevava e
nobilitava.
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Avevano una missione importante e sacra: formare delle persone
oneste, educare alla religiosità non solo gli uomini del loro tempo,
ma anche le generazioni future. Le Scritture ricordano solo alcuni tra
i personaggi più notevoli, ma Dio ha avuto in tutti i tempi testimoni
fedeli e sinceri.
È scritto che Enoc visse sessantacinque anni, prima di avere un
figlio e in seguito camminò con Dio per trecento anni. Nei primi
anni della sua vita, egli aveva amato e rispettato l’Eterno, osservando
i suoi comandamenti. Era uno degli uomini integri che ancora con-
servavano una fede autentica: fu tra i progenitori della discendenza
promessa da Dio. Aveva appreso dal racconto di Adamo la triste
storia della caduta e la lieta promessa della grazia di Dio fece sorgere
in lui la speranza della venuta del Redentore. Dopo la nascita del
suo primogenito, Enoc sperimentò una profonda esperienza di fede:
entrò in un rapporto più intimo con il Signore e comprese ancora
meglio gli obblighi e le responsabilità di un figlio di Dio.