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Patriarchi e profeti
Quando vide l’amore che suo figlio nutriva per lui, la sua fiducia
nella protezione paterna, quando egli stesso avvertì un’intensa e ar-
dente tenerezza per il suo primogenito, allora comprese la grandezza
dell’amore di quel Dio che aveva deciso di offrire in dono agli uomi-
ni il proprio Figlio. Comprese quale fiducia i figli di Dio potevano
nutrire nei confronti del Padre. L’infinito e misterioso amore di Dio,
manifestato attraverso il Cristo, divenne per Enoc il soggetto di una
costante riflessione, giorno e notte. Egli desiderava intensamente
che tutti conoscessero quella verità meravigliosa.
Enoc non “camminò con Dio” in visione, in una sorta di rapi-
mento estatico: si limitò a compiere i suoi doveri quotidiani. Non
divenne un eremita, né si isolò completamente dal mondo. Doveva
svolgere una missione per il Signore prioprio nella società in cui
viveva. In famiglia, nelle sue relazioni con gli uomini, come marito,
padre, amico e cittadino, si dimostrava deciso e instancabile, un vero
“servitore di Dio”.
Nel suo intimo, egli era in armonia con la volontà del Padre:
d’altra parte “Due uomini camminano eglino assieme, se prima non
si sono concertati?” (
Amos 3:3
). Questo suo percorso di integrità
continuò per trecento anni. Pochi cristiani sentirebbero il bisogno di
una maggiore serietà e devozione, nella loro fede, se sapessero di
avere poco tempo da vivere, o che il ritorno del Cristo è imminente.
Con il passare del tempo, la fede di Enoc divenne sempre più forte
e il suo amore per Dio più ardente. Egli aveva grandi capacità in-
tellettuali e una vastissima cultura: il Signore lo aveva onorato con
particolari rivelazioni. Tuttavia, poiché aveva un contatto costante
con Dio, ed era profondamente consapevole della grandezza e perfe-
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zione del suo Creatore, Enoc fu uno degli uomini più umili. Più si
avvicinava a Dio, più sentiva di essere debole e pieno di difetti.
Rattristato dal dilagare della corruzione, temendo che l’ambiente
in cui viveva potesse indebolire il suo rispetto per Dio, Enoc evitò di
vivere a contatto con quella realtà degradata. Trascorse molto tempo
in solitudine, nella meditazione e nella preghiera. Rifletté a lungo,
sforzandosi di comprendere e seguire la volontà di Dio. La preghiera
era il sostegno più importante della sua esistenza ed egli avvertiva la
presenza di Dio.
Attraverso gli angeli, Dio rivelò a Enoc la decisione di distrugge-
re il mondo con il diluvio: inoltre, gli spiegò con maggiore chiarezza