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Patriarchi e profeti
ma la massa derideva quel messaggio solenne, continuando a se-
guire, con crescente arroganza, le proprie abitudini perverse. Negli
ultimi tempi, coloro che avranno scelto di seguire Dio si dovranno
rivolgere alla loro società con un messaggio simile a quello di Enoc.
Come allora, l’avvertimento sarà accolto con incredulità e ironia.
Gli uomini che vissero prima del diluvio respinsero gli avvertimenti
di colui che “camminava con Dio”: così, anche l’ultima generazione
considererà con indifferenza il messaggio divino.
Pur conducendo una vita intensa, Enoc seppe mantenere saldo il
suo contatto con Dio. Quando il suo impegno era maggiore, le sue
preghiere diventavano più intime e costanti. In alcuni momenti egli
si ritirava in solitudine: dopo aver vissuto fra la gente, aiutando le
persone con i suoi consigli e il suo esempio, sentiva il bisogno di
appartarsi per nutrirsi di quella saggezza che solo Dio può impartire.
Vivendo uno stretto legame con il Padre, Enoc ne rifletteva sempre
più l’immagine e il suo volto risplendeva della stessa luce che il-
luminava il volto di Gesù. Quando ritornava tra i suoi simili, dopo
queste esperienze, perfino chi si rifiutava di credere in Dio percepiva
con un senso di timore l’impronta del divino sul suo viso.
La perversità degli uomini raggiunse infine un tale livello che il
Signore ne decretò la condanna. Con il tempo, la malvagità umana
aumentò costantemente: le cupe nubi del giudizio divino si fecero
sempre più fitte. Enoc, il testimone della fede, continuò a esortare,
implorare, supplicare, nel tentativo di respingere la corruzione dila-
gante e ritardare così il momento della vendetta divina. Ma i suoi
contemporanei, ormai degradati e storditi dalla ricerca del piacere,
non prestarono alcuna attenzione ai suoi avvertimenti. Enoc annun-
ciava un messaggio in sintonia con la volontà di Dio e continuò a
lottare con fermezza contro la malvagità finché il Signore lo tolse
da un mondo ormai corrotto per condurlo in cielo, dove avrebbe
provato gioie sublimi.
Gli uomini del tempo deridevano il suo comportamento. Egli
non aveva cercato di accumulare oro o argento, né di acquistare
proprietà: la sua mente, infatti, era rivolta a beni che hanno una
durata e un valore eterni. Enoc pensava alla città celeste, al centro
della quale si trovava Dio, circondato di gloria. Tutto il suo essere,
i suoi affetti, le sue parole, si concentravano sulle realtà del cielo.
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Tanto maggiore era la degradazione del mondo in cui viveva, tanto