Pagina 93 - Patriarchi e profeti (1998)

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Il diluvio
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Ora però imprecava contro Dio, accusandolo di essere ingiusto e
crudele. Come Satana, molti uomini bestemmiavano il nome di Dio:
se avessero potuto, lo avrebbero privato del dominio. Altri erano
in preda al terrore e tendevano le mani verso l’arca implorando di
potervi entrare. Ma era tutto inutile.
Solo ora la coscienza di questi uomini comprendeva che esiste un
Dio che regna nei cieli. Benché essi si rivolgessero a lui, angosciati,
Egli non ascoltò il loro grido. Allora si resero conto che era stata la
trasgressione della legge divina a determinare la loro distruzione,
ma ciò che li spingeva a riconoscersi colpevoli era la paura della
punizione e non un vero pentimento o l’avversione nei confronti del
male.
Allo stesso modo, quando prima del diluvio di fuoco il giudizio
di Dio colpirà la terra, gli uomini che non si saranno pentiti com-
prenderanno finalmente la natura del peccato e le conseguenze del
rifiuto della legge: ma il loro pentimento non sarà più sincero.
Alcuni, disperati, cercarono di entrare nell’arca con la forza, ma
la solida struttura resistette ai loro attacchi. Altri si aggrapparono
all’imbarcazione finché furono spazzati via dalle ondate o dall’urto
dei macigni e degli alberi. Un vento impetuoso colpiva la nave e
grosse onde la trascinavano, facendone tremare l’intera struttura.
Anche gli animali che si trovavano all’interno manifestavano rumo-
rosamente la loro inquietudine. Sebbene l’arca fosse nel mezzo della
tempesta, continuava a galleggiare sicura: essa era protetta da angeli
di grande potenza, a cui era stato affidato questo compito.
Intanto, sulla terra devastata dalla bufera, gli animali si preci-
pitavano verso gli uomini, come se aspettassero di ricevere aiuto.
Alcune famiglie salirono sugli esemplari più grossi e resistenti per
raggiungere le montagne e sfuggire alle acque che si ingrossavano
sempre più. Alcuni si aggrapparono agli alberi più alti, sulla cima
delle colline o delle montagne, ma anche questi furono sradicati e
scagliati nei flutti spumeggianti, con il loro carico di esseri umani.
Uno dopo l’altro quei precari rifugi vennero abbandonati; l’acqua
saliva sempre più e la gente cercò scampo sulle montagne. Uomini
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e animali si contendevano un punto di appoggio, finché venivano
spazzati via insieme.
Quanti si trovavano sulle cime più alte scorgevano solo un ocea-
no sconfinato. I solenni ammonimenti di Noè non apparivano più