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Patriarchi e profeti
che in passato avevano praticato i culti pagani suggerirono di for-
giare un vitello e di adorarlo, perché tra i simboli che gli egiziani
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avevano adottato per raffigurare la divinità vi erano il bue e il vitello.
Era necessario avere un simulacro che rappresentasse Dio: quell’im-
magine avrebbe guidato il popolo al posto di Mosè. Ma Dio non si
era presentato in nessuna forma identificabile, anzi aveva proibito
ogni rappresentazione concreta della divinità. La base della fede
del popolo dovevano essere i grandi miracoli avvenuti in Egitto e
sulle rive del mar Rosso, opera dell’unico vero Dio, l’onnipotente
sostegno d’Israele.
La colonna di fuoco e la nuvola che guidavano la marcia degli
ebrei, la manifestazione della gloria divina sul monte Sinai avrebbero
dovuto soddisfare l’esigenza della presenza di Dio. Tuttavia, benché
potessero distinguere con chiarezza questi segni davanti a loro,
ricorsero alle raffigurazioni degli dèi egiziani e rappresentarono la
gloria del Dio invisibile con l’immagine di un vitello. Una folla
numerosa circondò la tenda di Aronne, che in assenza di Mosè era
stato nominato giudice supremo, e gli rivolse questa richiesta: “...
Orsù, facci un dio, che ci vada dinanzi, poiché, quanto a Mosè, a
quest’uomo che ci ha tratto del paese d’Egitto, non sappiamo che ne
sia stato” (
Esodo 32:1
). La nuvola che li aveva guidati fino ad allora,
infatti, sembrava dover rimanere per sempre su quella montagna.
Avevano bisogno di un’immagine reale. Inoltre, se avessero accettato
la proposta di tornare in Egitto, il fatto di presentarsi al seguito di un
idolo riconosciuto dagli egiziani come una divinità, avrebbe disposto
questi pagani ad accogliere favorevolmente i fuggiaschi
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IL CULTO - Gli israeliti quando adorarono il vitello d’oro, professarono di adorare
Dio. Per questo Aronne, nel momento in cui inaugurò il culto di questo idolo, proclamò:
“Domani è una festa dedicata all’Eterno”. Si proponevano di adorare Dio come gli egiziani
adoravano Osiride, sotto forma di un’immagine, ma Dio non poteva accettare questo tipo
di adorazione. Anche se offerto nel suo nome, questo culto mostrava che il vero oggetto
della loro adorazione era il dio sole e non l’Eterno. Il culto al dio Apis era caratterizzato
dalla più bassa dissolutezza e le Scritture indicano che il culto del vitello d’oro degli
israeliti manifestò la corruzione tipica dei culti pagani. “E l’indomani, quelli si levarono
di buon’ora, offrirono olocausti e recarono de’ sacrifizi di azioni di grazie; e il popolo si
adagiò per mangiare e bere, e poi si alzò per divertirsi” (
Esodo 32:6
). La parola ebraica
tradotta con “suonare” associa questo verbo a saltellare, cantare e danzare. Questo tipo
di danze, specialmente tra gli egiziani, era sensuale e indecente. La parola tradotta con
“corrotto” nel versetto seguente che dice “il tuo popolo che hai fatto salire dal paese